Sant’ Epafra di Colossi, vescovo e martire
Originario di Colossi e pagano, fu convertito da s. Paolo durante il triennio di apostolato ad Efeso. E’ fondatore e capo della Chiesa di Colossi. L’Apostolo ne tesse due volte l’elogio: in Col. 1, 7 sg. i Colossesi sono stati evangelizzati da Epafra “il nostro diletto compagno nel ministero, fedele ministro di Cristo, tutto votato al vostro bene”; in Col. 4, 12 sg. “vi saluta Epafra, vostro concittadino, che prega con grande fervore, continuamente per voi, affinché perseveriate nella perfezione e nel pieno compimento dei voleri di Dio. Vi posso attestare la sua viva sollecitudine per voi e per quei di Laodicea e di Gerapoli” (le città del bacino del Lycus, con ogni probabilità, egualmente evangelizzate da Epafra).
Nel biglietto a Filemone (v. 24), infine, s. Paolo lo chiama “mio compagno di prigionia nel Cristo Gesù”. Epafra, infatti, era a Roma con lui, venutovi da Colossi per visitarlo e confortarlo con l’assicurazione del vivo affetto di tutti i suoi fedeli. Nel fervore del suo zelo apostolico, Epafra fece anche presente a s. Paolo che l’eresia cercava di penetrare in quelle Chiese e per preservarle dal pericolo fece loro scrivere dall’apostolo.
Secondo alcuni critici, siccome il nome Epafra è una contrazione di Epafrodito, il nostro Epafra e l’Epafrodito di cui parla s. Paolo nell’Epistola ai Filippesi (3, 25-28; 4, 18) sarebbero una sola persona. Tale identificazione, che poggia soltanto sulla possibile identità del nome, non ha null’altro su cui potersi fondare e si è d’accordo nell’escluderla.
La tradizione formatasi su questo santo discepolo di s. Paolo fu raccolta da Adone: “Natalis beati Epaphrae, qui a beato Paulo Colossis ordinatus episcopus, clarus virtutibus, martyrii palmam pro ovibus sibi commendatis virili agone percepit; sepultus apud eandem urbem”.
Il Baronio riferisce che le sue reliquie sono conservate a Roma in S. Maria Maggiore.
Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:
– A Meros in Frigia, nell’odierna Turchia, santi Macedonio, Teodúlo e Taziano, martiri, che, sotto l’imperatore Giuliano l’Apostata, furono posti dal governatore Almachio, dopo molte torture, su graticole di ferro ardenti e affrontarono esultanti il loro martirio.
– Nel monastero di Annesi lungo il fiume Iris nel Ponto ancora in Turchia, santa Macrina, vergine, sorella dei santi Basilio Magno, Gregorio di Nissa e Pietro di Sivas, che, versata nelle Sacre Scritture, si ritirò a vita solitaria, mirabile esempio di desiderio di Dio e di distacco dalla vanità del mondo.
– A Costantinopoli, san Dio, detto il Taumaturgo, archimandrita, che, originario di Antiochia, fu ordinato sacerdote in questa città e fondò un monastero sotto la regola degli Acemeti.
– A Roma presso san Pietro, san Simmaco, papa, che, dopo avere a lungo sofferto per il fanatismo degli scismatici, morì infine confessore della fede.
– A Córdova nell’Andalusia in Spagna, santa Aurea, vergine, sorella dei santi martiri Adolfo e Giovanni, che, durante la persecuzione dei Mori, condotta davanti al giudice cedette per timore, ma pentitasi subito, superò il nemico in un nuovo combattimento con l’effusione del suo sangue.
– A Utrecht in Lotaringia, nel territorio dell’odierna Olanda, san Bernoldo o Bernulfo, vescovo, che liberò chiese e monasteri dal giogo dei potenti, fondò molte chiese e introdusse nei monasteri le consuetudini cluniacensi.
– Nel monastero di Marienburg nella Franconia, in Germania, beata Stilla, vergine consacrata, sepolta nella chiesa da lei fondata.
– A Foligno in Umbria, beato Pietro Crisci, che, dati tutti i suoi beni ai poveri, si mise al servizio della cattedrale e visse in grande umiltà e penitenza nella torre campanaria.
– A Chester in Inghilterra, san Giovanni Plessington, sacerdote e martire, che, ordinato sacerdote a Segovia e tornato in Inghilterra, fu per questo condannato all’impiccagione sotto il re Carlo II.
– Nel villaggio di Lujiazhuang vicino a Yingxian nella provincia dello Hebei in Cina, san Giovanni Battista Zhou Wurui, martire, che, ancora adolescente, davanti ai seguaci della setta dei Boxer si professò apertamente cristiano e per questo fu mutilato di parte delle membra e poi ucciso con una scure.
– Nella cittadina di Liucun presso la città di Renqin sempre nello Hebei, santi martiri Elisabetta Qin Bianzhi e suo figlio Simone Qin Chunfu, di quattordici anni, che nella medesima persecuzione, forti nella fede, vinsero tutte le crudeltà dei nemici.
– Nella cittadina di Borowikowszczyzna in Polonia, beati Achille Puchala e Ermanno Stepien ́, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali e martiri, che, durante l’occupazione della Polonia sotto un regime militare straniero, furono uccisi in odio alla fede.