San Callisto, Papa
Romano (155 circa – 222) e di lingua latina nacque nel 155. Quasi tutto quello che sappiamo di questo papa proviene dagli scritti dei suoi accaniti nemici, Tertulliano e l’antipapa Ippolito. Ciò che riportavano, seppur in modo distorto, era, probabilmente, basato su fatti reali.
Secondo Ippolito sarebbe stato schiavo, malversatore del denaro del padrone Carpoforo; fuggito e condannato alla macina, Callisto, appena graziato, avrebbe provocato disordini in una sinagoga e sarebbe stato condannato alle miniere in Sardegna circa il 186-189. Altre fonti di carattere polemico, ma più sicure, riferiscono che, liberato verso il 190-192, divenne diacono del papa Zefirino. Da diacono, dopo un lungo esilio in Sardegna, si prese cura del cimitero sulla via Appia noto sotto il suo nome, dove raccolse le vestigia dei martiri a futura venerazione dei posteri. Succedette a papa Zeferino nell’anno 217, contro Ippolito divenuto antipapa. Callisto promosse la retta dottrina e riconciliò con benevolenza i lapsi (termine latino usato, nel III e IV secolo, per indicare i cristiani che, sotto la minaccia delle persecuzioni, compirono atti di adorazione verso gli dèi pagani), coronando infine il suo operoso episcopato con un luminoso martirio nel 222. In questo giorno si commemora la deposizione del suo corpo nel cimitero di Calepodio a Roma sulla via Aurelia.
Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:
– A Capua in Campania, san Lùpulo, martire.
– A Rimini, san Gaudenzio, che si ritiene sia stato, in tempo di persecuzione, il primo vescovo di questa città.
– A Bruges nel territorio dell’odierno Belgio, commemorazione di san Donaziano, vescovo di Reims, le cui reliquie si conservano in questa città.
– A Todi in Umbria, san Fortunato, vescovo, che, come riferisce il papa san Gregorio Magno, rifulse di immensa virtù nel prestare assistenza ai malati.
– Nel territorio di Châlons nella Champagne in Francia, santa Manechilde, vergine.
– A Luni in Liguria, commemorazione di san Venanzio, vescovo, che ebbe particolare cura del clero e dei monaci e fu amico stimato del papa san Gregorio Magno.
– Presso Beauvais in Neustria, ora in Francia, santa Angadrisma, badessa del monastero fondato da sant’Ebrolfo e chiamato l’Oratorio, perché aveva più luoghi di preghiera, in cui ella senza sosta serviva il Signore.
– A San Severino nelle Marche, san Domenico, detto Loricato per la cintura di ferro di cui si era cinto i fianchi, sacerdote dell’Ordine dei Camaldolesi, che, ordinato per simonia, si fece poi monaco eremita e, discepolo di san Damiano, condusse un’aspra vita di austerità e penitenza.
– Ad Angers in Francia, beato Giacomo Laigneau de Langellerie, sacerdote e martire, che, durante la rivoluzione francese, fu ghigliottinato per il suo sacerdozio.
– Nel villaggio di Picadero de Paterna nel territorio di Valencia in Spagna, beata Anna Maria Aranda Riera, vergine e martire, che, in tempo di persecuzione contro la fede, versò il sangue per Cristo.
– Nel campo di prigionia di Dachau vicino a Monaco di Baviera in Germania, beati Stanislao Mysakowski e Francesco Roslaniec, sacerdoti e martiri, che, durante l’occupazione del- la Polonia in tempo di guerra da parte di nemici di Dio e del- la dignità umana, subirono il martirio in una camera a gas.
– A Leopoli in Ucraina, beato Romano Lysko, sacerdote e martire, che, durante la persecuzione contro la fede, seguendo costantemente le orme di Cristo, giunse per sua grazia al regno dei cieli.