Beati Martiri Spagnoli Frati Minori di Valencia
Pascual Fortuño Almela nacque il 3 marzo 1886 a Villarreal (Spagna). Vestì l’abito francescano il 18 gennaio 1905. Ordinato sacerdote a Teruel il 15 agosto 1913, fu poi inviato dai superiori nel seminario minore di Benisa, nei pressi di Alicante. Quattro anni dopo fu destinato al servizio della Custodia di Sant’Antonio in Argentina. Rientrato in Spagna lo colse lo scoppio della guerra civile nel 1936. Obbligato dagli eventi politici ad abbandonare il convento, il 18 luglio 1936 si rifugiò presso i suoi familiari a Villarreal. Il 7 settembre 1936 fu arrestato ed il giorno seguente fu ucciso sulla strada tra Castellón e Benicasim. Condotto alla fucilazione, le pallottole rimbalzavano sul suo petto e cadevano per terra e l’imputato replicò: «È inutile che spariate; se volete uccidermi usate un’arma bianca». Gli venne perciò affondata una baionetta nel petto. Gli esecutori della sentenza di morte rimasero impressionati a tal punto da esclamare: «Abbiamo fatto male a ucciderlo: era un santo», «Se è vero che ci sono dei santi, questi è uno di quelli». Pascual Fortuño Almela e tre suoi confratelli appartenenti all’Ordine dei Frati Minori (Plácido García Gilabert, Alfredo Pellicer Muñoz, Salvador Mollar Ventura) furono beatificati l’11 marzo 2001 da Giovanni Paolo II con un gruppo composto complessivamente di ben 233 martiri della medesima persecuzione.
Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:
– Ad Antiochia in Siria, san Basilio, martire.
– Nella città di Écija nell’Andalusia in Spagna, san Crispino, vescovo e martire.
– A Silistra in Mesia, nell’odierna Bulgaria, san Dasio, martire.
– A Torino, santi Ottavio, Solutore e Avventore, martiri.
– A Vercelli, san Teonesto, martire, in cui onore il ve- scovo sant’Eusebio costruì una basilica.
– A Benevento, san Doro, vescovo.
– A Châlon-sur-Saône in Burgundia, ora in Francia, san Silvestro, vescovo, che, nel quarantaduesimo anno del suo sacerdozio, pieno di giorni e di virtù passò al Signore.
– Sul massiccio del Jura nella regione di Lione in Francia, sant’Ippolito, abate e vescovo.
– A Costantinopoli, san Gregorio Decapolitano, monaco, che condusse dapprima vita monastica e poi anacoretica; fattosi quindi pellegrino, risiedette molto a lungo a Salonicco e, infine, a Costantinopoli, dove rese l’anima a Dio combattendo strenuamente in difesa del culto delle sacre immagini.
– In Inghilterra, sant’Edmondo, martire, che, re degli Angli orientali, catturato nella guerra contro i pagani invasori, fu coronato dal martirio per la fede in Cristo.
– A Hildesheim nella Sassonia in Germania, san Bernvardo, vescovo, che difese il gregge dagli attacchi, rinnovò con numerosi sinodi la disciplina del clero e promosse la vita monastica.
– In Calabria, san Cipriano, abate di Calamizzi, che, custodendo fedelmente gli insegnamenti e gli esempi dei Padri orientali, fu severo con se stesso, generoso con i poveri e per tutti buon consigliere.
– Ad Hanoi nel Tonchino, ora Vietnam, san Francesco Saverio Caâ ́n, martire, che, catechista, fu strangolato e decapitato per la sua fede sotto l’imperatore Minh Mang.
– A Veroli nel Lazio, beata Maria Fortunata (Anna Felice) Viti, dell’Ordine di San Benedetto, che per quasi tutto il corso della sua vita svolse l’incarico di guardarobiera, intenta solo ad osservare con tutto il cuore i precetti della regola.
– Vicino a Valencia in Spagna, beate Angela di San Giuseppe (Francesca) Lloret Martí e quattordici compagne, vergini e martiri: superiora generale la prima, religiose della Congregazione della Dottrina Cristiana le altre, subirono il martirio per la fede in Cristo nella persecuzione contro la Chiesa scoppiata durante la guerra civile.
– Nel villaggio di Picadero de Paterna sempre nel territorio di Valencia in Spagna, beata Maria dei Miracoli Ortells Gimeno, vergine dell’Ordine delle Clarisse Cappuccine e martire, che nella medesima persecuzione fu coronata dal martirio per la testimonianza di fede resa a Cristo.