Santi Pietro Battista, Paolo Miki e compagni, martiri

Pietro Battista nacque in Spagna nel 1542. Entrato nell’Ordine francescano ed ordinato sacerdote, venne inviato a predicare il Vangelo nell’Estremo Oriente e per molti anni lavorò nelle isole Filippine.

Nel 1593 fu mandato con altri cinque confratelli in Giappone: ivi fecero opera di evangelizzazione e costruirono chiese e ospedali.

San Paolo Miki, oltre a quello di essere il primo martire cristiano giapponese del Giappone – e non un missionario venuto da fuori – ha anche quello di essere stato il primo religioso originario del Paese del Sol Levante, anche se non poté essere ordinato sacerdote a causa dell’assenza di un vescovo. Siamo nel 1556 quando Paolo nasce a Kyoto, la capitale culturale dell’arcipelago, probabilmente da una famiglia convertita da San Francesco Saverio, che intorno al 1550 aveva trascorso due anni nel Paese, portandovi per la prima volta la Compagnia di Gesù. Trent’anni dopo la comunità cristiana locale contava già 200mila fedeli.

A cinque anni Paolo riceve il battesimo e viene mandato a studiare dai gesuiti, dai quali non si separerà mai. Data la sua lingua e la sua cultura, incontra molta difficoltà nello studio del latino, ma in compenso diventa un esperto di religiosità locale che fa di lui un eccellente predicatore, in grado di sostenere le discussioni con le autorità buddiste. Il clima in quegli anni è di fermento e Paolo torna a casa, dopo una visita a Roma da Papa Gregorio XIII, ancora più carico dell’amore di Gesù: visita i quattro angoli del suo Paese portando la Parola e suscitando molte conversioni.

All’improvviso, però, la situazione cambia: un po’ per il comportamento dei marinai cristiani spagnoli arrivati in Giappone, un po’ per i dissidi tra gli ordini missionari giunti fin laggiù, nel 1596 lo Shogun Hideyoshi avvia una violenta persecuzione anticristiana. Paolo viene arrestato e in carcere trova 6 francescani di cui Pietro Battista, 3 gesuiti e 17 laici convertiti, tra cui due ragazzi molto giovani.

Saranno 27, in tutto, i martiri che moriranno crocifissi sulla collina Tateyama di Nagasaki quel 5 febbraio del 1597. Dalla croce padre Paolo perdonerà i suoi carnefici e pronuncerà un’ultima, appassionata predica invitando tutti a seguire Cristo per trovare la salvezza. E proprio come Cristo, appena prima di spirare, invocherà Dio Padre nelle mani del quale rimetterà il suo spirito. Sarà proclamato Santo tre secoli dopo da Papa Pio IX e proprio in quegli anni il suo martirio, raccontato in un libro, ispirerà l’opera missionaria di un seminarista veneto, un certo Daniele Comboni, futuro apostolo della “Nigrizia”.

 

Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:

– A Clermont-Ferrand nella regione dell’Aquitania, in Francia, sant’Antoliano, martire.

– A Homs in Siria, commemorazione di san Silvano, vescovo, che, dopo aver guidato per quarant’anni quella Chiesa, alla fine, sotto l’imperatore Massimino, gettato alle fiere insieme al diacono Luca e al lettore Mozio, ricevette la palma del martirio.

– A Cesarea in Cappadocia, nell’odierna Turchia, santi martiri Dorotea, vergine, e Teofilo, maestro di scuola.

– A Ardagh in Irlanda, san Mel, vescovo.

– Ad Arras nella Gallia belgica, oggi in Francia, san Vedasto, vescovo, che, mandato da san Remigio vescovo di Reims nella città devastata, catechizzò il re Clodoveo, ristabilì la Chiesa e la resse per circa quarant’anni e portò a ter- mine l’opera di evangelizzazione presso i popoli ancora paga- ni della regione.

– A Elnon sempre in Francia, deposizione di sant’Amando, vescovo di Maastricht, che annunciò la parola di Dio a molte province e popoli fino agli Slavi, chiudendo poi la sua vita mortale in un monastero da lui stesso costruito.

-Presso Tongeren nel Brabante in Austrasia, nell’odierno Belgio, santa Renula o Reinilde, badessa del monastero di Aldeneyk.

– A Palestrina nel Lazio, san Guarino, vescovo, insigne per austerità di vita e amore per i poveri.

– A Skara in Svezia, san Brinolfo Algotsson, vescovo, celebre per la premura verso la Chiesa e per il suo sapere.

– Ad Angri vicino a Salerno, beato Alfonso Maria Fusco, sacerdote: dedito al ministero tra i contadini, provvide sempre alla formazione dei giovani, specialmente poveri e orfani, e fondò la Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista.

– A Napoli, beato Angelo da Furci, sacerdote dell’Ordine di Sant’Agostino, insigne nello zelo per il regno di Dio.

– A Rivolta d’Adda nel territorio di Cremona, beato Francesco Spinelli, sacerdote, che, pur tra sofferenze e continue difficoltà pazientemente sopportate, fondò e guidò la Congregazione delle Suore Adoratrici del Santissimo Sacramento.

– Nella città di Durango in Messico, san Matteo Correa, sacerdote e martire, che, mentre infuriava la persecuzione contro la Chiesa, si rifiutò di ottemperare all’ordine di violare il segreto della confessione, ricevendo per questo la corona del martirio.

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