Santa Zita (Cita), vergine
Santa Zita nacque nel 1218 da una povera famiglia di Monsagrati, in diocesi di Lucca. Dall’età di appena dodici anni fu al servizio della nobile famiglia dei Fatinelli a Lucca. Sempre contraddistinta da un forte senso del dovere, gioiosa ed umile di carattere, visse ammirevolmente gli ideali e le virtù evangeliche, assorta nell’assidua contemplazione dei divini misteri. Seppe ben coniugare la sua austerità di vita con una carità sempre vigile verso il prossimo più indigente. Una leggenda narra come un’altra domestica dei Fatinelli, invidiosa dell’affetto ricevuto da Zita, avrebbe iniziato ad insinuare nella mente del capo famiglia il sospetto che ella rubasse in casa quanto donava ai poveri; un giorno il padrone, incontrando Zita con il grembiule gonfio mentre si recava da una famiglia bisognosa, le avrebbe chiesto cosa portasse; nonostante questo fosse pieno di pane, Zita rispose che portava solo fiori e fronde, che caddero infatti sciogliendo il grembiule. Nel 1278 morì raggiungendo così lo Sposo celeste.
I lucchesi vollero che le sue spoglie trovassero degna sepoltura nella basilica di San Frediano. Zita era già così venerata in Toscana da essere citata da Dante Alighieri nella Divina Commedia poco dopo la morte, facendo riferimento ad un magistrato di Lucca detto “anzian di santa Zita”, identificando così Lucca con la donna che ancora non era stata canonizzata dalla Chiesa. Papa Innocenzo XII nel 1695 ne ratificò e confermò il culto. Il Venerabile Pio XII nel 1955 dichiarò solennemente “la vergine Santa Zita Patrona presso Dio delle domestiche e di tutte le donne addette alla cura della casa”. La santa è titolare della congregazione femminile delle Suore Oblate dello Spirito Santo, detta anche Istituto di Santa Zita.
Oltre all’Arcidiocesi di Lucca, anche la Diocesi di Massa Carrara – Pontremoli commemora al 27 aprile questa santa in quanto suo padre è considerato dalla tradizione originario del Borgo di Succisa, nel comune di Pontremoli, dove ancora esiste una piccola cappella eretta in suo onore.
Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:
– a Gerusalemme, san Simeone, vescovo e martire, che, secondo la tradizione, fu figlio di Cleofa e parente del Salvatore secondo la carne e, ordinato vescovo a Gerusalemme dopo Giacomo, fratello del Signore, durante la persecuzione dell’imperatore Traiano patì molti supplizi e ormai anziano ottenne la gloriosa corona con il martirio della crocifissione.
– A Vinkoveze in Pannonia, nell’odierna Croazia, san Pollione, lettore e martire, che, arrestato durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano e interrogato dal prefetto Probo, per aver confessato con grande costanza la fede in Cristo ed essersi rifiutato di sacrificare agli idoli, fu messo al rogo fuori delle mura della città.
– A Tabennési nella Tebaide in Egitto, san Teodoro, abate, che fu discepolo di san Pacomio e padre della comunità monastica.
– Ad Altíno in Veneto, san Liberale, eremita.
– Sull’isola di Anglesey lungo la costa settentrionale del Galles, san Mawgan o Magaldo, vescovo, uomo di luminosa santità.
– Sull’isola di Afusia in Propontide, nel mare Egeo, san Giovanni, egúmeno, che lottò molto sotto l’imperatore Leo- ne l’Armeno in favore del culto delle sacre immagini.
– A Tarragona nel regno di Aragona sulla costa della Spagna, san Pietro Ermengol, che, un tempo capo di predoni, convertitosi poi a Dio, entrò nell’Ordine della Beata Maria Vergine della Mercede e si dedicò con tutte le forze per il riscatto degli schiavi in Africa.
– A Bitetto in Puglia, beato Giacomo Varinguer da Zara, religioso dell’Ordine dei Minori.
– A Cattaro nel Montenegro, beata Caterina, vergine, che, battezzata nella Chiesa ortodossa, entrò nell’Ordine della Penitenza di San Domenico assumendo il nome di Osanna; visse in clausura per cinquantuno anni immersa nella divina contemplazione e dedita alla preghiera di intercessione per il popolo cristiano durante l’invasione turca.
– A Reims in Francia, beato Nicola Roland, sacerdote, che, impegnato nella formazione cristiana dei fanciulli, aprì scuole per le ragazze povere, allora escluse da ogni forma di istruzione, e fondò la Congregazione delle Suore del Santo Fanciullo Gesù.
– Nella città di Ninh-Bình nel Tonchino, ora Vietnam, san Lorenzo Nguyñên Van Hu’o’ng, sacerdote e martire, che, arrestato mentre visitava di notte un moribondo, per essersi rifiutato di calpestare la croce, fu flagellato e infine decapitato sotto l’imperatore Tu’ Dú’c.
– A Salamanca in Spagna, beata Maria Antonia Bandrés y Elósegui, vergine, della Congregazione delle Figlie di Gesù, che concluse in breve tempo la sua vita consacrata a Dio, con animo sereno anche nella desolazione.