Santa Secondina di Anagni, vergine e martire

Secondina visse nel III secolo ad Anagni e si convertì al Cristianesimo grazie alla predicazione di S. Magno, vescovo di Trani, città da cui il presule dovette fuggire per le persecuzioni anticristiane. Apostolo anche nel frusinate, battezzò santa Secondina e la giovane fu a sua volta d’esempio a numerosi suoi concittadini che come lei si convertirono. Nonostante la giovane età, testimoniò il suo credo fino al martirio che subì, come dispose il prefetto Valeriano, durante la terribile persecuzione indetta dall’Imperatore Decio. I cristiani del paese la seppellirono di notte nel borgo Serapi e la casa in cui visse diventò per molti secoli luogo di preghiera.

Nel 1104 venne ultimata la costruzione della Cattedrale di Anagni, iniziata nel 1062 dal vescovo Pietro di Salerno. Dagli Acta Sancti Magni (risalenti al XII secolo) sappiamo che il vescovo depose le reliquie di San Magno nell’altare maggiore, quelle di Secondina, con Aurelia e Neomisia – sorelle armene vissute nel IX secolo e morte nei pressi di Anagni – nell’altare di sinistra. Nell’altare di destra furono poste altre reliquie.

La cripta della cattedrale ha una serie mirabile di affreschi, alcuni dei quali illustrano la cattura, il processo, la conversione dei carcerieri ad opera di S. Secondina, il rifiuto a sacrificare agli dei, il martirio, l’elevazione della sua anima al cielo, la traslazione del corpo e la sepoltura della giovane martire di Anagni.

 

Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:

– A Costantinopoli, san Giovanni Calibíta: secondo la tradizione abitò per qualche tempo in un luogo appartato della casa paterna e poi in un tugurio, chiamato “kalybe”, tutto dedito alla contemplazione e nascosto alla vista degli stessi genitori, dai quali dopo la sua morte fu riconosciuto soltanto grazie a un codice aureo dei Vangeli, che essi gli ave- vano donato.

– Nel monastero di Clúain Credal in Irlanda, santa Ita, vergine, fondatrice di quel monastero.

– A Rieti, commemorazione di san Probo, vescovo, di cui il papa san Gregorio Magno scrisse un elogio.

– A Glanfeuil lungo la Loira nel territorio di Angers in Francia, san Mauro, abate.

– Nel territorio di Rodez sempre in Francia, santa Tarsicia, vergine e martire.

– Ad Ham nel Brabante, nell’odierna Olanda, sant’Ableberto o Emeberto, vescovo di Cambrai.

– A Chartres nel territorio della Neustria, in Francia, san Malardo, vescovo.

– Nella Val di Non in Trentino, san Romedio, anacoreta, che, donati i suoi beni alla Chiesa, condusse vita di penitenza nell’eremo che ancora oggi porta il suo nome.

– A Lione in Francia, transito di san Bonito, vescovo di Clermont-Ferrand, che, da prefetto di Marsiglia fu elevato all’episcopato dopo suo fratello sant’Avíto; lasciato tale incarico dieci anni più tardi, visse nel cenobio di Manglieu; morì a Lione, di ritorno da un pellegrinaggio a Roma.

– Ad Armo vicino a Reggio Calabria, sant’Arsenio, eremita, che rifulse per la preghiera e per l’austerità di vita.

– A Saint-Gilles-les-Boucheries nella Provenza, in Francia, beato Pietro da Chateau-Neuf, sacerdote e martire: entrato nel monastero cistercense di Fontfroide, fu incaricato da papa Innocenzo III di predicare la pace e di insegnare la fede cristiana in Provenza; morì trafitto con la lancia da alcuni eretici.

– A Città della Pieve in Umbria, beato Giacomo, detto l’Elemosiniere, giurisperito che si fece avvocato dei poveri e degli oppressi.

– In territorio di Gualdo Tadino sempre in Umbria, beato Angelo, eremita.

– Nella città di Fu’an nella provincia del Fujian in Cina, san Francesco Fernández de Capillas, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori e martire: dopo avere portato il nome di Cristo nelle isole Filippine e nel Fujian, durante la persecuzione dei Tartari fu qui gettato a lungo in carcere e infine decapitato.

– Nel villaggio di Steyl in Olanda, sant’Arnoldo Janssen, sacerdote, che fondò la Società del Verbo Divino per diffondere la fede nelle missioni.

– A Berlino in Germania, beato Nicola Gross, padre di famiglia e martire: attivamente impegnato nell’ambito sociale, per non operare contro i comandamenti di Dio si oppose con ogni mezzo a un empio regime avverso all’umana dignità e alla fede; per questo fu gettato in carcere e, attraverso il supplizio dell’impiccagione, divenne partecipe della vittoria di Cristo.

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