Presentazione del Signore
Quaranta giorni dopo la nascita di Gesù a Betlemme, quindi, Giuseppe e Maria, secondo la pratica religiosa del tempo, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore, così come prescritto dalla legge mosaica.
Questo adempimento della Legge è anche il primo incontro ufficiale di Gesù con il suo popolo, nella persona dell’anziano Simeone. Per questo le chiese ortodosse chiamano la festa di oggi il Santo Incontro (hypapanté) del Signore. È un incontro e una manifestazione, poiché Maria entra nel Tempio «per manifestare al mondo colui che ha dato la Legge e la compie», e per accompagnare il Figlio nella sua prima offerta al Padre.
La festa della Presentazione sorse a Gerusalemme, dove è attestata già nel IV secolo. Dalla liturgia gerosolimitana le liturgie occidentali hanno attinto la processione delle candele, che hanno conservato fino ai nostri giorni; essa trae origine dal cantico del vecchio Simeone il quale, prendendo tra le braccia il piccolo Gesù ringrazia Dio e riconosce in quel bambino la «luce per la rivelazione alle genti e la gloria del popolo d’Israele» (Lc 2,32).
Celebrando questa festa i cristiani sono così condotti a ricordare che per riconoscere il Signore e la sua missione di salvezza universale sono necessarie la povertà e l’attesa che furono proprie di Simeone, della profetessa Anna e di tutti i poveri di Israele, che l’evangelista Luca presenta nel vangelo dell’infanzia.
Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:
– A Orléans nella Gallia lugdunense, oggi in Francia, san Flóscolo, vescovo.
– A Canterbury in Inghilterra, san Lorenzo, vescovo, che dopo sant’Agostino governò questa Chiesa e l’accrebbe notevolmente convertendo alla fede il re Edbaldo.
– A Würzburg nell’Austrasia, in Germania, san Burcardo, vescovo, che, originario dell’Inghilterra, fu ordinato da san Bonifacio primo vescovo di questa città.
– A Firenze, beato Simone Fidati da Cascia, sacerdote dell’Ordine degli Eremiti di Sant’Agostino, che con le parole e con gli scritti condusse molti a una migliore vita cristiana.
– A Susa in Piemonte, beato Pietro Cambiani da Ruffia, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori e martire, che in odio alla Chiesa fu trucidato nel chiostro dai suoi avversari.
– A Prato in Toscana, santa Caterina de’ Ricci, vergine del Terz’Ordine regolare di San Domenico, che si de- dicò a un’opera di rinnovamento religioso e si impegnò nell’assidua contemplazione dei misteri della passione di Gesù Cristo, meritando anche di farne una speciale esperienza mistica.
– A Bordeaux in Francia, santa Giovanna de Lestonnac, che, fanciulla, respinse gli inviti e i tentativi della madre ad allontanarsi dalla Chiesa cattolica e dopo la morte del coniuge provvide sapientemente all’educazione dei suoi cinque figli, fondando poi la Compagnia delle Figlie di Nostra Signora, sul modello della Compagnia di Gesù, per promuovere la formazione cristiana della gioventù femminile.
– A Roma, beato Nicola Saggio da Longobardi, religioso dell’Ordine dei Minimi, che svolse umilmente e santamen- te l’ufficio di portinaio.
– A Genazzano nel Lazio, beato Stefano Bellesini, sacerdote dell’Ordine di Sant’Agostino, che in un’epoca di sconvolgimenti rimase fedele all’Ordine in difficoltà, dedicandosi all’educazione dei fanciulli, alla predicazione e alla cura pastorale.
– Ad Hanoi nel Tonchino, ora Vietnam, san Giovanni Teófane Vénard, sacerdote della Società per le Missioni Estere di Parigi e martire, che, dopo sei anni di ministero clandestino segnato da fatiche e sofferenze, rinchiuso in una gabbia e condannato a morte sotto l’imperatore Tu’ Dúu’c, andò serenamente incontro al martirio.
– A Dernbach nella Renania in Germania, beata Maria Caterina Kasper, vergine, che fondò l’Istituto delle Povere Ancelle di Gesù Cristo per servire il Signore nei poveri.
– A Milano, beato Andrea Carlo Ferrari, vescovo, che valorizzò la tradizione religiosa del suo popolo e aprì nuove vie per far conoscere nel mondo Cristo e la carità della Chiesa.
– A Verona, beata Maria Domenica Mantovani, vergine, che fu prima superiora dell’Istituto delle Piccole Suore della Sacra Famiglia, da lei fondato insieme al beato sacerdote Giuseppe Nascimbeni per servire in umiltà di vita per amore di Cristo i poveri, gli orfani e i malati.