Beato Daniele Alessio Brottier, sacerdote
A volte il Signore rende così ardua la strada intrapresa da alcune anime, convinte di fare la Sua volontà, che esse sono costrette a lasciarla, nonostante la propria predisposizione e diventare poi un gigante in altri campi.
Così è stata la vita del beato Daniele Alessio Brottier, nacque il 7 settembre 1876 a La Ferté-Saint-Cyr nella diocesi di Blois. Fin dall’infanzia rivelò una profonda pietà e una grande devozione alla Madonna; entrò in seminario nel 1890, passò felicemente le ordinazioni minori, facendo per un anno anche il servizio militare e fu consacrato sacerdote il 22 settembre 1899 a 23 anni.
Inviato come professore nel Collegio ecclesiastico di Pontlevoy, sentì ben presto la sua particolare vocazione per la vita missionaria, perciò il 24 settembre 1902 entrò come novizio nella Congregazione dello Spirito Santo ad Orly presso Parigi, l’anno seguente emise i voti religiosi e partì quasi subito per il lontano Senegal, colonia francese.
Poté restarci però solo tre anni circa, perché a causa di violenti e continui attacchi di emicrania che l’avevano colpito, fu costretto nel 1906 a ritornare in Francia. Rimessosi in salute, l’anno seguente volle di nuovo tornare in Senegal ma ancora una volta il male si ripresentò violento e dopo qualche tempo dovette ritornare definitivamente in Patria.
Fondò in Francia l’Opera del “Souvenir Africain” con lo scopo di erigere la cattedrale a Dakar, capitale del Senegal. Da ex militare volle proporsi come cappellano dell’esercito durante la Prima guerra mondiale e dal 1914 al 1917 si prodigò eroicamente nell’assistenza dei soldati sui campi cruenti di battaglie come Verdun, Fiandre, Lorena, incurante del pericolo.
Dopo la guerra fondò l’Unione Nazionale Combattenti, fu direttore dell’Opera degli orfani apprendisti di Autenil per 12 anni e di cui ne incrementò il numero e l’efficienza, nel 1960 vi erano più di 2000 orfani e 20 istituti. Morì il 28 febbraio 1936, logorato dalle fatiche.
E’ stato beatificato il 25 novembre 1984 da papa Giovanni Paolo II.
Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:
– Commemorazione dei santi sacerdoti, diaconi e molti altri che ad Alessandria, al tempo dell’imperatore Gallieno, mentre imperversava una terribile pestilenza, andarono di buon grado incontro alla morte assistendo le persone colpite dal morbo: la fede devota dei pii prese a venerarli come mar- tiri.
– Sul massiccio del Giura in Francia, deposizione di san Romano, abate, che, seguendo il modello degli antichi mona- ci, per primo condusse in quel luogo vita eremitica, divenendo poi padre di moltissimi monaci.
– Commemorazione delle sante Marana e Cira, vergini, che presso Beréa in Siria vissero in un luogo angusto e recintato, esposte alle intemperie, senza neppure un modesto riparo, osservando il silenzio e ricevendo da una finestrella il vitto loro necessario.
– A Worcester in Inghilterra, sant’Osvaldo, vescovo, che, dapprima canonico, divenuto poi monaco, fu infine posto a capo delle Chiese di York e di Worcester e, maestro affabile, gioioso e dotto, introdusse in molti monasteri la regola di san Benedetto.
– All’Aquila, beata Antonia da Firenze, vedova, poi fondatrice e prima badessa del monastero del Corpo di Cristo sotto la prima regola di santa Chiara.
– Nella città di Xilinxian nella provincia del Guangxi in Cina, sant’Agostino Chapdelaine, sacerdote della Società per le Missioni Estere di Parigi e martire, che, arrestato dai soldati insieme a molti neofiti per avere per primo seminato la fede cristiana in questa regione, colpito da trecento frustate e costretto in una piccola gabbia, morì infine decapitato.
– Nel campo di sterminio di Auschwitz vicino a Cracovia in Polonia, beato Timoteo Trojanowski, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali e martire, che, durante la dominazione della sua patria sotto un regime ostile agli uomini e alla religione, sfinito dai supplizi subiti per aver confessato la sua fede cristiana, portò a compimento il suo martirio.