Sant’Evaristo, Papa
Secondo sant’Ireneo ed Eusebio, Evaristo fu il quarto successore di Pietro nella sede romana, subito dopo Anacleto o Cleto; ma secondo il Catalogo Liberiano è il quinto. E nell’Annuario Pontificio, che fa l’elenco dei pontefici «secondo la Cronotassi del Liber Pontificalis e delle sue fonti, continuata fino al presente», il santo figura effettivamente al quinto posto, dopo il romano San Clemente, anche se c’è incertezza sull’inizio del suo pontificato: anno 99 o 96, mentre l’anno della morte sarebbe il 108. Evaristo, greco, sarebbe nato a Betlemme da un giudeo di nome Giuda. Sempre dal Liber Pontificalis, che è una raccolta cronologica di biografie di papi del VI secolo, apprendiamo che egli consacrò diciassette preti e quindici vescovi, distribuì i preti di Roma nei venticinque “titoli” o chiese parrocchiali della città e ordinò che sette diaconi assistessero il vescovo nella predicazione per rendere testimonianza della sua ortodossia, dove fosse stato necessario. Gli storici giudicarono queste notizie tutt’altro che sicure; parimenti, non è certo che Evaristo sia morto martire – come afferma una tradizione assai antica – sotto l’imperatore Traiano e sia stato sepolto presso S. Pietro in Vaticano. Mentre del suo predecessore Clemente ci è giunto un documento importantissimo, la famosa lettera agli agitati cristiani di Corinto in cui si afferma solennemente l’autorità che compete al vescovo di Roma, di Evaristo non conosciamo nulla: tuttavia doveva essere nella comunità cristiana di Roma una figura di punta, della quale papa Clemente aveva la massima fiducia. Qualcuno si è chiesto se Evaristo debba essere considerato vero pontefice, e non “vice” dall’anno 97, quando Clemente fu arrestato e condotto in esilio in Crimea dove morì martire nel 101. Ma Eusebio ci conferma che Clemente, dopo nove anni di pontificato, «trasmise il sacro ministero a Evaristo». Nessuna delega, insomma, ma investitura piena.
Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:
– Presso Smirne, nell’odierna Turchia, san Traséa, vescovo di Icekli in Frigia e martire.
– A Clermont-Ferrand in Aquitania, ora in Francia, san Namazio, vescovo, che eresse la cattedrale.
– A Napoli, deposizione di san Gaudioso, vescovo, che si dice sia partito da Abitine in Tunisia a causa della persecuzione dei Vandali e per rifugiarsi in Campania e sia morto santamente in monastero.
– Nell’isola di Iona in Scozia, sant’Otterano, monaco, che fu tra i primi discepoli di san Colomba.
– A Vicenza, commemorazione del beato Bartolomeo di Breganze, vescovo, dell’Ordine dei Predicatori, che in questa città istituì la Milizia di Gesù Cristo a difesa della fede cattolica e della libertà della Chiesa.
– Nella cittadina di Paterna nel territorio di Valencia in Spagna, beato Salvatore Mollar Ventura, religioso dell’Ordine dei Frati Minori e martire, che, durante la persecuzione contro la fede, come fedele discepolo, nel sangue di Cristo meritò di ottenere la salvezza.