San Guido Maria Conforti, vescovo e fondatore
Nato a Casalora di Ravadese (Parma) nel 1865 da genitori di ottimi sentimenti cristiani. I malanni fisici che lo afflissero sin da ragazzo impedirono a Guido Maria Conforti di seguire la strada che il padre voleva per lui cioè quello di dirigente agricolo, ma anche la via della missione «ad gentes».
Entrò in seminario nel 1876, ma l’ordinazione fu ritardata di 7 anni a causa di frequenti attacchi di epilessia e di sonnambulismo. A 28 anni è già vicario generale della diocesi parmense. Ma sogna la missione in Oriente, sull’esempio del pioniere Francesco Saverio.
Ma la salute è fragile: nessun istituto missionario lo accetta. E lui, nel 1895, ne fonda uno per conto suo, la “Congregazione di san Francesco Saverio per le Missioni estere”. Lo fonda, lo guida, con pochi alunni al principio, e con l’aiuto di un solo prete. Spenderà poi l’eredità paterna per consolidarlo. E nel 1896 ecco già in partenza per la Cina i primi due Saveriani.
Guido Maria Conforti in questo momento si trova a essere una figura insolita nella Chiesa italiana: impegnato come vicario nel governo di una diocesi “domestica”, e proiettato al tempo stesso verso la missione lontana. E polemico con quanti in Italia ignorano la missione o sembrano temerla (“Ruba sacerdoti alle diocesi!”). Nominato arcivescovo di Ravenna a 37 anni, lascerà l’incarico un anno dopo, ancora per malattia. Ma nel 1907 eccolo poi “richiamato” in diocesi, come coadiutore del vescovo di Parma e poi come successore. Reggerà la diocesi per 25 anni, attivissimo: due sinodi, cinque visite pastorali a 300 parrocchie. E intanto i suoi Saveriani ritornano in Cina.
Nel 1912 uno di essi, padre Luigi Calza, è nominato vescovo di Cheng-chow, e riceve la consacrazione da lui nella cattedrale di Parma. Sempre nel 1912, si associa vigorosamente all’iniziativa di un appello al Papa, perché richiami energicamente la Chiesa italiana al dovere di sostenere l’evangelizzazione nel mondo.
Il suo fisico sempre sofferente, e tanto spesso trascinato dalla volontà, cede irrimediabilmente nel 1931. Nel 1995 Giovanni Paolo II lo proclama beato ed è stato canonizzato a Roma da Papa Benedetto XVI il 23 ottobre 2011. La salma riposa nella sede dei Missionari Saveriani a Parma.
Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:
– A Cesarea in Palestina, san Donnino, martire, che, giovane medico, agli inizi della persecuzione dell’imperatore Diocleziano, condannato alle miniere, fu relegato a Mismiya, dove patì atroci sofferenze, e, al quinto anno di persecuzione, fu dato al rogo su ordine del prefetto Urbano per aver conservato fermamente la sua fede.
– Nello stesso luogo, commemorazione dei santi Teotimo, Filóteo e Timoteo, martiri, i quali, giovani, furono destinati ai giochi circensi per il divertimento del popolo, e di sant’Aussenzio, anziano, dato in pasto alle fiere.
– In Puglia, san Marco, vescovo di Troia.
– A Treviri in Germania, san Fibicio, vescovo.
– Nella Bretagna, in Francia, san Guetnoco, venerato come fratello dei santi Vinvaleo e Giacuto.
– Nel monastero di Calais presso Meaux nella Gallia lugdunense, sempre in Francia, santa Bertilla, prima badessa di questo cenobio.
– A Béziers nella Gallia narbonense, ora in Francia, san Geraldo, vescovo, uomo di mirabile onestà e semplicità, che da canonico regolare fu elevato suo malgrado all’episcopato e in quella dignità ricercò ancor più lo spirito di umiltà.
– A Costantinopoli, beato Gomidas Keumurdjan (Cosma da Carboniano), sacerdote e martire, che, padre di fami- glia, nato e ordinato nella Chiesa armena, patì molto per aver mantenuto e propagato con fermezza la fede cattolica professata dal Concilio di Calcedonia e morì, infine, decapitato mentre recitava il Credo niceno.
– Vicino al fiume Hu’ng Yên nel Tonchino, ora Vietnam, san Domenico Mâu, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori e martire, che, al tempo della persecuzione perpetrata dall’imperatore Tu’ Dú’c, fu condotto a mani giunte, come se si stesse recando all’altare, al martirio della decapitazione per Cristo, con l’accusa di aver portato in pubblico la corona del Rosario ed esortato i cristiani a testimoniare la fede.
– A Madrid in Spagna, beato Giovanni Antonio Burró Más, religioso dell’Ordine di San Giovanni di Dio e martire, ucciso durante la persecuzione contro la Chiesa per aver te- stimoniato il Vangelo.
– In località detta El Saler vicino a Valencia sempre in Spagna, beata Maria Carmela Viel Ferrando, vergine e martire, che nella stessa persecuzione portò a termine la gloriosa prova per Cristo.
– Nella cittadina di Hof in Germania, beato Bernardo Lichtenberg, sacerdote e martire, che, dopo aver preso coscienza dei gravi atti che venivano compiuti contro la dignità di Dio e degli uomini, fu arrestato per avere pubblicamente pregato per gli Ebrei vessati in modo disumano e incarcerati e, destinato al campo di prigionia di Dachau, morì durante il viaggio, provato dai maltrattamenti, ma impavido in Cristo.
– Nel campo di prigionia della città di Abez nella Siberia in Russia, beato Gregorio Lakota, vescovo di Przemys ́l e martire, che, durante l’oppressione della patria da parte dei persecutori della fede, vinse le sofferenze del corpo con una intrepida morte in nome di Cristo.